lunedì 2 giugno 2008

Frucci al Ferrante - 1° giugno

VOLONTARI VIP CLOWN - Servizio al ferrante Aporti - Carcere Minorile - Torino
1° giugno

Ci sono periodi, giorni, in cui nn stai troppo bene..tutto va come sempre ma tu dentro hai qualche cosa che nn gira.
In quei periodi io cerco di capire cosa nn vada, mi arrovello..e trovo sempre una causa. Ma poi capisco che nn sia la cosa piu importante, capire il perchè...quanto il "sentirmi". E mi sento piu esposta, piu attenta all'amore in ogni sua forma..Sono piu' sensibile....Momenti pericolosi per il mio umore..che deve essere tenuto a bada dal mio cervello!
Ecco, questi sono giorni cosi'..in cui c'e' un vuoto, qualche nuvola..
Oggi, al Ferrante Aporti, per un'ora e mezza quel vuoto non c'era...
Io sto li' ed è come fossi con dei miei amici, davvero..Abbiamo giocato a "Solo"..per tutto il tempo. Niente di speciale..niente di preparato. Ma il piacere di scambiare battute e di entrare un po' nelle vite di ragazzi con una storia molto diversa dalla mia, è qualcosa di stupefacente..ogni volta. Ed ogni volta le situazioni sono diverse, i personaggi differenti, le interazioni piu' semplici.
Oggi erano "belle facce"..ragazzi come se ne vedono in giro..
A. è un ragazzo di 20 anni. Aveva le foto del suo matrimonio, mi ha parlato di se, della sua neo-moglie, del suo piccolo bimbo di 3 mesi, del perchè sia li..Mi ha fatto leggere una lettera che gli ha scritto la suocera...piena di fiducia e di energia per lui. E' un ragazzo piacevolissimo..parla bene l'italiano e interagirci è stato come farlo con qualcuno che di esperienza di vita ne ha piu di me..
Mi capita spesso che in questi periodi di maggior riflessione arrivino quelli che io chiamo "angeli"..persone che ti dicono una parola, ti fanno riflettere su qualcosa a cui nn avevi pensato, ti mostrano una chiave tramite la loro stessa esperienza...e, all'improvviso, ti aprano una porta..
A., oggi, con me lo ha fatto...Abbiamo parlato di amore. Dell'amore forte per la sua famiglia, la moglie, il bimbetto, i suoceri..E mi sono sentita piccolissima. Di fronte avevo un uomo, non un ragazzo. Una persona piena di affetto, di rispetto, di umiltà..in grado (apparentemente) di sopportare con fiducia una situazione molto pesante. E quella fiducia gli arriva proprio dall'amore che ha intorno e in cui crede ciecamente...
E poi abbiamo riso, giocato,scherzato... T. che ogni due giri cercava di buttare giu carte a suo favore o di farle pescare agli altri (ma nn mi fregava !!), M. , C. e tutti quelli che han giocato con noi.. Mi piace come si prestino a fare ogni cosa, divertendosi..Non si annoiano, non si lagnano..si buttano a fare le cose con entusiasmo!
..Con la gente comune è tutto piu' complicato! Non è difficile carpire la loro attenzione..hanno una voglia estrema di farsi attrarre da noi e da quello che diciamo.
Ho perso il naso rosso oggi! Subito ci sono rimasta male (il mio naso!!) ma poi ho pensato che quel naso stia meglio dove sta ora...voglio pensare sia partito in missione.
Questo servizio ha rischiato di saltare... Abbiamo rischiato di non essere in numero sufficiente. E cosi' i prossimi. Vorrei fossimo in tanti a provare ad andare al Ferrante...questi ragazzi hanno davvero bisogno di noi, me ne accorgo sempre di piu...E sempre di piu mi accorgo di quanto si possa imparare da loro..
Ogni persona dovrebbe provarci, perchè è un modo meraviglioso di conoscersi meglio.
Grazie a tutte le "grazie" che oggi erano con me...Aureola,Pestifera,Tatà,Talento...
Frucci

giovedì 13 marzo 2008

Clown Disbela - IPM - domenica 9 marzo 2008

Ecco la condivisione di Disbela.

arrivo al Ferrante felice di non essermi persa per le misteriose vie di Torino. sono incuriosita dal carcere ma nello stesso tempo agitata perchè non so' che cosa mi aspetta. ho un po' paura di provare la sensazione di disagio che mi ha colpita i primi due giorni di servizio in un carcere rumeno: in quanto donna mi sentivo sempre i loro occhi addosso, sensazione che fortunatamente è passata e ha preso il suo posto un amore fraterno verso quei ragazzi.
Nell'attesa vediamo passare un gruppo, ma non è il nostro, si fermano a salutare e sono felici di vedere zia Aureola. finalmente arrivano i nostri ragazzi e ci fanno entrare. i Senegalesi si dirigono con il pallone verso il campo e iniziano a giocare, li seguono prima Zabra e Carotone poi (avete presente Holly e Benji). mi trovo ad osservare a confrontare l'ambiente, gli odori, i colori e i suoni del Ferrante con quelli del carcere in omania.
Dopo pochi minuti mi guardo attorno e penso: "e adesso cosa faccio???" E' ora di mettersi in gioco...tiro fuori le bandiere, subito un ragazzo si avvicina e prende i Kiwido...li sa già usare e anche bene. iniziamo a giocolare, cerco di insegnargli qualcosa di nuovo, osserva con attenzione i miei movimenti e subito li impara. mi ripete spesso la frase " per imparare bisogna allenarsi".hai proprio ragione!!!!!!!!!!! dopo un po' mi dice di essere annoiato e di voler cambiare gioco, optiamo per una partita a scopa, indovinate chi ha vinto??? lui ovviamente..che scarsa Disbela!!!! vicino a noi si siede il suo amico A. ed entrambi iniziano a dirmi che non vedono l'ora di uscire dal carcere, che si annoiano, e che dagli errori si impara....mi sembrava di avere davanti due adulti non due diciassettenni. hanno capito di aver sbagliato e vogliono ricominciare. stavo congelando, ma sarei rimasta ancora per ore ad ascoltarli. Mi sono sentita un po' mamma e un po' sorella maggiore. Sono rimasta molto colpita dalla fiducia che mi hanno dato, si è creata una magica sintonia....ho perso un po' il contatto con gli altri clowns, ma non mi sentivo di lasciarli. non so se ho fatto bene. quando parlavano della vita fuori dal carcere gli brillavano gli occhi. li avrei stretti fra le braccia ma non ho osato ho avuto paura di invadere il loro spazio. ci siamo molto divertiti collaudando un giochino di magia con le carte. io facevo la bambina del pubblico e loro il mago con l'assistente. entriamo poi in palestra e iniziamo con gli origami, si aggiunge anche T.ma solo per chiacchierare.
proprio sul più bello la guardia chiama i ragazzi.
uffa è già finito il tempo a nostra disposizione, tutti in coro chiediamo ancora di restare ma ci vengono concessi solo altri dieci minuti. ho scattato una foto con il cuore e lì rimarrà insieme a quelle dei momenti più importanti della mia vita.
queste realtà ti insegnano a non avere pregiudizi ad amare i tuoi fratelli anche se la pelle ha un colore diverso ad apprezzare ogni singolo gesto ogni singolo sguardo ogni singolo sorriso a porgere la mano... mi dispiace dover andar via... ci salutiamo e usciamo. ringrazio tutti per avermi donato un magnifico pomeriggio!

martedì 11 marzo 2008

Il Ferrante la domenica

Condivisione di Aureola

Mi è piaciuto tornare al Ferrante al di fuori del progetto settimanale di Circostanza. Mi è piaciuto tornarci con i volontari. Mi è piaciuto ritrovare i ragazzi del gruppo Levante.
Abbiamo aspettato davanti alla porta dalle 15.30 alle 15.50, in attesa che i ragazzi potessero scendere. Mentre aspettavamo sentivano grida, colpi sulle porte… Per i ragazzi il nostro servizio coincide con l’ora d’aria e perdere minuti preziosi di "aria" e di attività per loro non deve essere piacevole.
Arrivano e ci dirigiamo subito fuori… Fa parecchio freddo! Un gruppo (i senegalesi) si mettono subito a gocare a pallone con Zebra e Carotone.
Un altro gruppo si siede intorno al tavolino di pietra. Moh. ha solo addosso una camicia e lamenta di avere le mani screpolate dal freddo. Mi chiede se ho dei guanti.
Inizio a rivolgermi a N. che sembra intenzionato a imparare a giocolare con tre palline. Iniziamo il percorso con due e poi arriva Tarzampino che prosegue il mio lavoro…
Sempre N. si mostra interessato ai Kiwido, sa già il movimento base, ma Disbela lo aiuta a imparare figure più complesse sia con i kiwido che ocn le bandiere.
Lascio N. e A. con Disbela che tra kiwido e magia li conquista e torno al tavolo, dove inizia una accanita partita a "Ronda", un gioco di carte magrebino che ci insegna Moh.
Abbiamo il blocchetto per scrivere i punti, abbiamo le carte e il gioco può iniziare. Ci appassioniamo tutti e giochiamo comes e fossimo ad un Club di amici che giocano a carte.
Fa troppo freddo, propongo di continuare a giocare dentro, così trasportiamo tutto dentro e sistemate le bandiere a terra ci sediamo e formiamo un paio di cerchi. In un cerchio Calamita, talento, Tatà, Moh. e Aureola giocano a Ronda. In un altro gruppo Disbela, N. Abd. e T. fanno "Origami", costruendo gli aquiloni con carta, matite colorate, pennarelli…
Tarzampino gioca con S., un ragazzo cileno. Zebra e carotone si alternano da un gruppo all’altro.
Do un’occhiata intorno e vedo un’atmosfera rilassata: una domenica pomeriggio in cui un grupoo di amici passa il tempo assieme.
L’agente chiama i ragazzi… questi protestano, noi pure protestiamo… abbiamo iniziato in ritardo, non possiamo recuperare restando un po’ di più?
Mi sembra come quando nel più bello del gioco, quando ero bambina, mia madre mi chiamava per andare a fare la doccia, o a cena o per uscire… ma qui i ragazzi tornano in cella e noi torniamo nelle nostre case.
"E’ domenica… dai lasciaci stare ancora un po’…" Dice Moh. alla guardia… Riusciamo ad ottenere ancora 10 minuti, ma poi… ci si avvia verso l’uscita. Ci si abbraccia, da un lato ci si dice: "Speriamo di non vederci... la prossima volta"… e dall’altro si ha voglia di conoscerci meglio, di stare ancora insieme, di rendere la relazione più profonda…
"Ciao, tornate presto

Una domenica in... carcere

Condivisione claun Ta Ta'

E'passata,
la paura è passata.
E' come quando fai la doccia e il sapone scivola via insieme allo scorrere dell'acqua.
Superato il mio fastidio personale nei confronti del metal detector, l'impaccio di chi non sa bene a che cosa va incontro, finalmente mi sono trovata insieme ai miei compagni a percorrere i primi passi, superare le prime porte chiuse ed aperte al nostro passaggio.
Tutto è stato oggetto del mio sguardo, il colore dei muri, lo stato generale di abbandono di degrado dei locali che abbiamo attraversato.
Finalmente siamo arrivati a quella grande porta di ferro a vetri, alcuni vetri non c'erano piu' e questo ci permetteva di sentire dei rumori che alimentavano l'ansia della nostra attesa, il tempo passava inesorabilmente e noi eravamo li ad aspettare.
Quando vediamo una porta aprirsi e passare un gruppetto di ragazzi, la prima cosa che ho pensato: quanto sono piccoli!? Quasi tutti quando hanno visto Aureola si sono fermati a salutare la Zia! a chiedere che cosa eravamo li a fare, a stringere la mano della Zia attraverso quelle fessure causate dai vetri mancanti.
Ho visto lo sguardo di quei ragazzi anche su tutti noi, uno sguardo che emanava, inviava un non so che, di istinto mi è venuto di andare verso uno di loro, volevo dargli anche io la mano....ma c'era il vetro e le due mani sono rimaste una da una parte ed una dall'altra.
Abbiamo sentito alcuni forti rumori: i ragazzi intendevano protestare perchè era l'ora ma non erano ancora usciti.
Finalmente arrivano.
L'agente che li accompagna è giovanissimo. Sembra quasi uno di loro. Non sarei quasi riuscita a distinguerlo se non fosse stato l'unico con il grosso mazzo di chiavi in mano, e se non fosse arrivato prima da solo.
E adesso? che fare? che dire?.
Mi sono detta: calma ! fai quello che faresti con qualsiasi altra persona che non conosci: saluta, presentati.
Ciao sono Anna e loro, quelli che hanno voluto, non tutti, hanno risposto al mio/nostro saluto.
Ci siamo tutti diretti, attraversando l'enorme palestra, fuori nel campo di calcio.
Questo è stato il momento più difficile. Alcuni si sono subito diretti a giocare a calcio, soprattutto quelli che non si eano neanche fermati un momento a vedere chi eravamo.
Altri erano incerti non sapevano che fare si sono diretti prima verso il campo di calcio, poi sono tornati indietro verso di noi.
Invece Moh: è sembrato subito intenzionato a stare con noi tutto il tempo.
Per fortuna - tutte le volte che ho paura, che sono insicura - sento il bisogno di portarmi dietro (in valigia) un sacco di roba, tutto il materiale claun che ho, ed in valigia c'erano anche un bel mazzo di carte che l'occhio vigile di Tarzampino ha subito visto e proposto di utilizzare.
Prima hanno iniziato a giocare a sette e mezzo, io li osservavo giocare: ero come bloccata non riuscivo a proporre niente ad inserirmi mi limitavo a passare da un gruppetto all'altro osservavo partecipavo a quello che facevano gli altri.
Poi finalmente, grazie però all'aiuto di Aureola che in modo quasi inpercettibile ha suggerito/indirizzato Tarzampino a giocolare e le rimanenti a giocare a carte.
E' stato troppo bello come siamo riuscite tutte insieme a convincere Moh che potevamo riuscire ad imparare / capire / giocare a ronda, più o meno, con il suo grande aiuto e la sua indulgenza: tutti insieme.
E' da li è iniziato uno scambio fitto di indicazioni, di domande, di battute, risate. E' stata una gara vera!tutti molto concentrati ad imparare a cercare di vincere, senza risparmio di colpi, battute.
Tutti se ne sono accorti che era una gara vera! E proprio per questo era divertente. Avevamo accettato tutti la sfida (o quasi Zia volutamente e per fare ridere non seguiva bene il gioco e veniva di conseguenza aiutata un po da tutti a prendere le carte che puntualmente si dimenticava di prendere).
In quei momenti mi sono sentita come con i miei nipoti, la notte di Natale, quando ci si ritrova gioiosamente a giocare a carte. L'unica differenza era il freddo, anche se ci siamo messi tutti seduti vicini in cerchio: alcuni sul tavolo di pietra e gli altri intorno come per scaldarci.
Ci siamo spostati dentro, tutti seduti per terra con le gambe incrociate Moh fa la battuta,"Come gli arabi" terminiamo la partita con il risultato inaspettato una alunna ha superato il maestro prima classificata Calamita, secondo Moh.
Volevamo la rivincita, fare ..iniziare almeno un'altra partita ma era l'ora di ritornare in cella: ma perchè non potevamo rimanere un altro po'.
Erano sciesi tardi...!? e soprattutto avevamo ancora tanta voglia di stare insieme.
Questo momento è stato il piu brutto. Sentire dire dai ragazzi: ma è domenica! lasciateci stare un'altro po!
Si era appena creato un magico momento, un clima famigliare, allegro, rilassato.
Ero quasi diventata la sorella della Zia...... La zia in seconda.
Tutto è stato interrotto: in questo momento ho provato proprio il dolore del distacco.
Eravamo tutti in volo: un momento magico e siamo stati tutti risbattuti violentemente sulla terra.
Da domenica, non riesco a farne a meno, ogni tanto penso a loro!!!.

Un abbraccio a tutti Ta Ta'